Olio Lucano: Il Bilancio di un Anno Catastrofico

Nazzareno Silvestri

Olio Lucano

Se non vedi l'ora di partire in viaggio non aspettare altro tempo a pianificare la tua vacanza ideale: Organizza il tuo viaggio adesso!

Produzione in Crisi

Il 2024 è stato definito un “anno orribile per L’olio Lucano” per il comparto olivicolo lucano, con un crollo della produzione che ha superato il 95% rispetto agli anni precedenti. Paolo Colonna, presidente di Oprol Lucana, che rappresenta circa 3.000 soci e oltre 2.200 oliveti in Basilicata, ha tracciato un quadro allarmante:

  • Le condizioni climatiche avverse, con prolungata siccità e alte temperature durante le fasi cruciali del ciclo produttivo, hanno devastato gli oliveti.
  • Le aree interne, come la collina materana, sono state particolarmente colpite, con molti frantoi costretti a non aprire a causa dell’assenza di prodotto.
Olio Lucano
Olio Lucano

Le Cause del Tracollo

  1. Condizioni climatiche estreme:
    • La siccità e le ondate di calore hanno compromesso la fioritura e la maturazione delle olive.
    • La mancanza di risorse idriche ha impedito una ripresa vegetativa delle piante, ormai ferma da oltre un anno.
  2. Conseguenze economiche e sociali:
    • Chiusura dei frantoi, con ripercussioni sulle economie locali.
    • Perdita di lavoro e reddito per gli agricoltori e le famiglie che dipendono dal settore.

Prezzi e Mercato

Nonostante il disastro produttivo, il mercato ha registrato un aumento delle quotazioni:

  • 170 euro al quintale per le olive.
  • Circa 10 euro al litro per l’olio all’ingrosso.

Questo incremento dei prezzi è stato definito da Colonna come un aspetto positivo per chi ha potuto produrre, ma non compensa le perdite complessive.


Le Proposte per il Futuro

Per fronteggiare questa crisi senza precedenti, Oprol e altri attori del settore stanno lavorando su più fronti:

  1. Stato di calamità naturale:
    • Riconoscere formalmente la gravità della situazione per accedere a risorse straordinarie.
  2. Misure di sostegno:
    • Pianificare interventi specifici per soddisfare il fabbisogno idrico delle aziende agricole.
    • Realizzare nuovi impianti e proteggere il patrimonio olivicolo esistente attraverso bandi dedicati.
  3. Piano Olivicolo Lucano:
    • Elaborare un piano organico in sintonia con il Piano Olivicolo Nazionale, attualmente in fase di stesura, per garantire una strategia di rilancio a lungo termine.
  4. Promozione della qualità:
    • Valorizzare il prodotto locale attraverso tracciabilità e filiera controllata, per consolidare il livello remunerativo delle produzioni.

Una Visione Strategica

Il presidente Colonna ha sottolineato la necessità di:

  • Incentivare il consumo di prodotti di qualità con marchio nazionale e locale.
  • Aumentare il potere di acquisto delle famiglie, per contrastare la tendenza a scegliere prodotti di minore qualità.
  • Integrare il comparto olivicolo lucano in un quadro di programmazione nazionale, lavorando in sinergia con istituzioni e consumatori.

Conclusioni

Il settore olivicolo lucano si trova a un bivio, tra il rischio di perdere parte del suo storico patrimonio agricolo e l’opportunità di rilanciarsi con strategie innovative e sostenibili. Il riconoscimento di uno stato di calamità, insieme a politiche mirate, potrebbe rappresentare un punto di svolta per un comparto che, nonostante le difficoltà, continua a essere un simbolo di qualità e tradizione per la Basilicata e l’Italia intera.

Lascia un commento